“Ritenuta l’opportunità di evitare che la prosecuzione dei lavori per la realizzazione di un edificio di cospicue dimensioni, in una situazione controversa, produca una trasformazione dello stato dei luoghi difficilmente reversibile e tale da determinare per la collettività un pregiudizio grave e irreparabile”.
Così recita il dispositivo della quarta sezione del Consiglio di Stato che, ribaltando il Tar di Salerno sempre favorevole all’opera, ha deciso di fermare la costruzione del Crescent, ovvero dell’Ecomostro di Santa Teresa, fortemente voluto dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.
Il ricorso di Italia Nostra era stat0 finanziato con i Bop, i buoni ordinari di pullanghelle ideati dal gruppo dei Figli delle Chiancarelle
Accolto quindi il ricorso cautelare di Italia Nostra che chiedeva l’annullamento del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Salerno. Il provvedimento non entra nel merito del contenzioso. In via cautelare il Consiglio di Stato ha “sospenso l’esecutività della sentenza impugnata” (quella del Tar, ndr) e di fermare il cantiere, rimettendone la riapertura alla pronuncia di una eventuale sentenza favorevole nel merito.
Ecco il dispositivo del Consiglio di Stato:
REPUBBLICA ITALIANA
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 3614 del 2012, proposto da:
SALERNO — Mercoledì a Salerno, mentre a piazza Vittorio Veneto si celebrava la festa della Liberazione con contestazioni, cori arrabbiati e striscioni di polemiche, in un’altra piazza regnava l’assoluto silenzio. Il giorno dopo l’ispezione del nucleo di polizia tributaria, a piazza della Libertà non c’erano gli operai della “Esa costruzioni”, la ditta sottoposta ai controlli che sta realizzando la pavimentazione. I lavori erano fermi e il cantiere era chiuso. Ma non per il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Che ieri mattina, verso le undici, accompagnato dalla sua scorta personale, passeggiava solitario nel cantiere della futura piazza dove ha espresso il desiderio che vengano gettate le sue ceneri. Lontano dal clamore dei festeggiamenti del 25 aprile, il sindaco si è affacciato sulla spiaggia di Santa Teresa….
VIGNELLI A SALERNO
di Mario Piazza
(Abitare, 10/01/2012, link all’articolo…)
Il nuovo progetto di marchio per la città di Salerno sta scatenando un notevole dibattito e un certo disagio, visto che l’autore è uno dei maestri riconosciuti della grafica mondiale: Massimo Vignelli.
In effetti l’imbarazzo, osservando gli elaborati visibili on-line, è più che giustificato. Se questo segno fosse stato disegnato da un giovane studente o da un ignoto professionista sarebbe stato “demolito” totalmente dalle critiche.
C’è da dire che il vezzo del giudizio lapidario è una pratica molto presente e si agita fra una comunità, quella dei grafici, che ha una forte inclinazione egotista. Ma indubbiamente il segno proposto da Vignelli appare molto debole.
Una semplificazione formale, certo uno dei dogmi del modernismo, che qui appare espressione di una modesta e superficiale qualità comunicativa. Soprattutto perché conclama nel suo essere ad ogni costo sigillo un esercizio di autorità, quindi una espressione di separatezza.
Richiama a sé un tutto che è impossibile a farsi, se il segno comunicante non è aperto e disposto ad accogliere gli infiniti umori di una città, come luogo fisico e antropico e come civitas.
La copia del Tricolore consegnata da Mario Monti, opportunamente modificata in virtù del nuovo Logo adottato di recente dall’amministrazione comunale di Salerno, sarà quanto prima collocata a Palazzo di Città…
LA DELIBERA COMUNALE DA 200 MILA EURO (GUARDA)
LOGO, C’ERA GIA’ UN CONCORSO DEL COMUNE CON TANTO DI VINCITORE (PER LUI SOLO 3 MILA EURO)
GUNPANIA INTERVISTA L’IGNARO PRIMO CLASSIFICATO (LEGGI)
BICIENZO, L’INTELLETTUALE-BARBONE AL COSPETTO DI VIGNELLI (leggi)
ANCHE L’ORDINE DEI MEDICI S’INCAZZA: FOLLE CONCELLARE “Hippocratica Civitas”
Se il ragionier Ugo si fosse trovato per sbaglio tra i presenti al Teatro Verdi, nel mentre del lungo silenzio d’imbarazzo che ha accolto la prima visione del nuovo Logo di Salerno, avrebbe sommessamente esclamato: “E’ una cagata pazzesca!” E probabilmente si sarebbe beccato 35 minuti d’applausi. No, Fantozzi non c’era ieri sera al Massimo cittadino e nessuno dei presenti ha avuto il coraggio di urlarlo, di pensarlo sì.
Il nuovo Logo, pardòn, Brand, fa più fico, più “mericano”, voluto da Bicienzo I° Lo Straordinario, oltre ad essere una cagata pazzesca, è anche l’ennesimo sperpero di denaro pubblico di questa amministrazione: tutta l’operazione Vignelli costerà ai salernitani 200 mila euro (leggi). Di questi tempi, con il prossimo aumento dell’Iva, il ritorno dell’Ici, il taglio delle pensioni e chissà quale altro cetriolo, nell’Italia prossima alla bancarotta, a Salerno sembra di vivere nel paese dei balocchi, con tanti cittadini allocchi a rimirar le luci milionarie e le favole newyorkesi. Il tutto con una stampa locale compiacente ed obnubilata, salvo poche eccezioni.
Questo nuovo logo inoltre non esprime nessuna identità salernitana, potrebbe infatti andare bene per qualsiasi città dal mondo che inizi con la S e si trovi sul mare. In più domina l’azzurro che non è proprio il colore che contraddistingue la nostra città, magari Napoli.
Il buon Vignelli da par suo, soprattutto quest’anno che c’è stata una grande moria delle vacche, anche in America, ringrazia, elogia Bicienzo sentitamente e porta a casa: per un logo fatto in mezz’ora, una lezioncina di due ore e trasferta a gratis non poteva chiudere di più.
Di Angela Cappetta (Corriere della Sera, Salerno)
L’avvocato Simone Labonia, coinvolto nel crac Amato, è accusato di aver incassato dalla società fallita un milione e 16.000 euro per consulenze prestate in due anni e per aver rappresentato la società nei rapporti con le banche.
Il mandato, però, sostiene il pm Vincenzo Senatore, sarebbe avvenuto in forma apocrifa e quindi privo di efficacia. Labonia, 38 anni, che dal 2006 ha ricoperto incarichi di consigliere in varie società creditizie e immobiliari salernitane fino alla recente nomina di amministratore unico della società di cartolarizzazione del Comune di Salerno, nell’ultima proposta di concordato preventivo presentata inutilmente dalla società fallita si è inserito nella lista dei creditori, rappresentato dall’avvocato Rita Ventre….
MA NON FINISCE QUI! di Pino Vuolo (Leggi)
Fuori tempo massimo: è questo in estrema sintesi il motivo per cui il Tar di Salerno ha giudicato “inammissibili” i ricorsi presentati da Italia Nostra contro il Crescent. Inammissibilità che ha precluso ai giudici “l’esame nel merito delle censure formulate”, dall’associazione ambientalista, sull’autorizzazione paesaggistica e relativo silenzio assenso,sulla vendita senza titolo dell’area demaniale, sul computo di “superficie marina” e di “superficie spiaggia” per le volumetrie del Crescent e sulla mancanza di autorizzazione dell’Autorità di Bacino sul progetto definitivo.
Il “timer”, secondo il Tar, è scattato con l’approvazione da parte della giunta comunale del Pua (Piano Urbanistico attuativo) Cps1 area Santa Teresa avvenuto il 9 settembre del 2008, pubblicato sul Burc il 22 dello stesso mese. Pertanto il primo ricorso di Italia Nostra, presentato il 23 dicembre del 2009, si “palesa tardivo – si legge nella sentenza – perché proposto oltre il termine di 120 giorni”. (leggi sentenza 1, sentenza 2, sentenza 3, sentenza 4)
“La tardività del ricorso – continua la sentenza – si riversa irrimediabilmente sull’odierno ricorso e sui relativi motivi aggiunti. Questo perché, quand’anche si ravvisassero i profili di fondatezza delle censure avverso gli atti successivi coi quali si è provveduto, per i singoli aspetti, rimarrebbero sempre nello sfondo i provvedimenti di programmazione costituiti dal Puc (Piano urbanistico comunale, ndr) e dal Pua, sui quali, in considerazione della tardiva impugnazione degli stessi, è precluso l’esame nel merito da parte del giudice”…
4 novembre – Programma cittadino Luci d’artista 2051
Ore 10.00 – Inaugurazione della Cappella del Crescent, disegnata dall’ologramma di Bofil. Ostensione pubblica dei sacri resti di Bicienzo I° Lo Straordinario: avanzi accuratamente differenziati, da un pool di esperti di Salerno Pulita, in appositi loculi per l’organico ed il bituminoso. Accensione solenne del Lumino d’artista nella cripta, tutta realizzata in cemento armato purissimo.
Ore 11.00 – Proiezione del nuovo documentario dell’Istituto The Lux dal titolo “Luci d’artista, 40 anni di palle di Natale ”….(continua)
TUTTA L’INCHIESTA DEL NO VELA SUI PONTILI DELLA LIBERTA’ (leggi)
Il Tar di Salerno ha accolto nel merito i ricorsi dei “ribelli di Santa Teresa”, ovvero delle 11 imprese concessionarie di pontili che operano tra il Molo Manfredi ed il costruendo porto di Santa Teresa (quello che noi abbiamo definito ironicamente il Porto della Libertà e che in futuro sarebbe dovuto diventare Marina di Salerno!).
Ne esce con le ossa rotte l’Autorità portuale che invece avevo stabilito, con la delibera 196 a firma del Presidente Annunziata, solo una proroga tecnica di un anno per le imprese in scadenza di concessione. I ribelli di Santa Teresa, difesi dagli avvocati Lentini, Brancaccio, Di Lieto e Fortunato, Peroncini e Bove contestavano a ragione il mancato rinnovo fino al 2015, termine previsto dalla legge 25/2010, varata dal parlamento italiano per rinviare l’introduzione della normativa europea Bolkenstein che pone come limite il 2009 per porre a bando pubblico le aggiudicazioni delle concessioni.
Secondo i legali dei ricorrenti l’Autorità portuale di Salerno si è posta al di sopra della legge. E questo aveva portato proprio l’avvocato Brancaccio, durante la discussione tenutasi a luglio, a definire “eversiva” la linea difensiva dell’Authority.
Sullo sfondo della vicenda amministrativa è bene ricordare che mentre da una parte l’Autorità portuale concedeva ad alcuni solo proroghe tecniche di un anno, dall’altra si era impegnata a prolungare le concessioni nell’area di Santa Teresa fino al 2025 esclusivamente alle imprese Gatto e Nautica Sud.
Questo impegno è stato formalizzato in un protocollo d’intesa “aggiuntivo” ad un protocollo già stipulato nel 2008, il tutto inserito all’interno di una delibera di giunta comunale relativa ai lavori di Piazza della Libertà. Il prolungamento per Gatto e Nautica Sud fino al 2025 andrebbe un tantino oltre i termini stabiliti dalla Direttiva europea Bolkenstein (2009) e della legge italiana (2015)
Dopo aver rinnovato il contratto al maestro Daniel Oren fino al 2016 (leggi delibera), alla faccia della crisi e dei tagli, Bicienzo a’ cementa, già noto come Bicienzo ‘a betoniera, sembra voglia affidare a Massimo Vignelli, designer italiano molto apprezzato all’estero (leggi biografia), il rifacimento del logo del Comune.
Naturalmente Vignelli costa caro, ma non importa: Salerno ha bisogno di un nuovo logo! LUI così ha deciso e così deve essere! In realtà non c’è ancora nulla di ufficiale, si tratta solo di una notizia messa ad arte sulle pagine della stampa locale sempre attenta a suonare la fanfara.
Ricordate Frank O. Gehry? L’architetto di fama planetaria che doveva progettare l’inceneritore “buono”, quello che espelleva nell’aria non nano particelle inquinanti ma essenze al mughetto ed alla lavanda (nel frattempo però l’inceneritore è diventato “cattivo”). Il buon Ghery ancora non ha digerito la “sola” salernitana:
Il massacro di un anno fa (guarda)
Esattamente un anno fa terminarono i lavori di taglio e abbattimento dei platani secolari di via Alvarez ad opera degli operai del Comune di Salerno. L’intervento, organizzato poche ore prima per evitare una
fuga di notizie ed in seguito ad alcune nostre iniziative e sit-in di sensibilizzazione condivisi con altre associazioni e tanti singoli cittadini, rientrava nell’ambito dei lavori per la realizzazione di Piazza della Libertà.
Continuiamo a ribadire che è stata una scelta prima culturale e poi tecnica dell’Amministrazione comunale che non ha voluto accogliere la nostra richiesta di integrazione degli alberi nel progetto di riqualificazione dell’area di Santa Teresa…
LA NOTA DEL CORRIERE IN RISPOSTA AD ANNUNZIATA (LEGGI)
“Voi mi volete far sparare, così dopo indagate su chi è stato”. Capita di sentire anche questo quando un giornalista non fa altro che il proprio mestiere, cane da guardia e non cane da compagnia della politica. Capita di subire un’aggressione verbale davvero sgarbata e fuori stile per aver posto una domanda legittima su una questione vera, quella relativa alle concessioni demaniali per i pontili giù a Santa Teresa, dove pezzo pezzo si sta costruendo il nuovo” porto turistico delle libertà”.
“Presidente Annunziata, mi scusi, ha qualcosa da dichiarare sulla vicenda dei prolungamenti delle concessioni, sui 9 ricorsi al Tar delle imprese che hanno ottenuto la proroga solo fino al 2011?”
E’ sicuramente uno dei geni contemporanei dell’architettura, uno che si è divertito a progettare davvero di tutto, anche le cose più assurde, surreali: città-fumetto, musei-barche a vela, ma anche coppe di basket. Insomma divertendosi (come quando è stato “guest star” in una puntata dei Simpson) si è spinto oltre i confini dell’architettura e della creatività: “Perché devo dare sostanza ai miei sogni”.
Eppure il canadese Frank Owen Goldenberg, al secolo Frank O. Gehry, classe ’29, (leggi biografia) architetto che appallottola fogli A4 e li trasforma in musei, non ha digerito ancora la “brutta figura” rimediata con Salerno quando il sindaco De Luca, a marzo del 2008, andò a trovarlo addirittura a Los Angeles, in missione ufficiale pagata dai contribuenti salernitani (leggi nota del Comune) per chiedergli, in piena trans da propaganda, di realizzare il futuro termovalorizzatore del capoluogo .
A quel sogno però Gehry, per quanto interessato, non è riuscito a dare sostanza e anzi quell’episodio proprio non è andato giù al “genio” di Toronto che, a distanza di ben tre anni, torna su quella vicenda in un passaggio dell’intervista rilasciata a febbraio 2011 alla rivista Flair della Mondadori (mensile femminile di target alto con originali servizi di attualità, moda e bellezza, di straordinario impatto visivo e forte contenuto giornalistico). A Gehry continua a dare fastidio che sia stato usato il suo nome esclusivamente come “richiamo”…
ANCHE IL CORRIERE PUNTA I RIFLETTORI SU SANTA TERESA (Guarda la prima Pagina di oggi 09/02/2011)
Prologo: sulla base della “direttiva europea Bolkenstein” del 2006 sulla concorrenza, l’Italia deve abolire il ” diritto d’insistenza”, cioè abolire i rinnovi automatici di concessioni demaniali sempre agli stessi affidatari, pratica che già sollevò nel 2006 le perplessità del Garante per la concorrenza. E dovrà ( sotto minaccia di sanzioni ) mettere all’asta, alla scadenza, le concessioni demaniali. Il Governo è riuscito a strappare solo un rinvio al 2015. Le concessioni in scadenza non si possono prolungare oltre questa data, poi tutti all’asta pubblica!
RINNOVATE FINO AL 2025 SOLO AI CANTIERI GATTO E NAUTICA SUD LE CONCESSIONI PER GLI ORMEGGI: ALLA FACCIA DELLA BOLKENSTEIN, ALLA FACCIA DELL’EUROPA!!! AGLI ALTRI CONCESSIONE PROROGATA SOLO PER IL 2011
Continuano le grandi manovre a Santa Teresa, dove sta prendendo forma, oltre a piazza della Cementità, anche il futuro porto della Libertà. Libertà di infischiarsene allegramente di quanto l’Europa, tanto amata ed evocata dal nostro Mega Sindaco, ci impone di attuare. E così il Comune, in accordo con l’Autorità portuale, ha rinnovato fino al 2025 la concessione per gli ormeggi soltanto a due società —la Nautica Sud e Cantiere Gatto, tagliando fuori le altre imprese e coperative che operano in regime di concessione demaniale a Santa Teresa. In ballo c’è il business dei posti barca nel nuovo porto che farà da contorno alla piazza più bella del mondo ed al condominio per miliardari più esclusivo dell’universo, per bacco. Insomma un mega affare per chi potrà gestirlo.
I restanti gestori di pontili da ormeggio, rimasti fuori dall’accordo tra I Fantastici 4 di Santa Teresa (Comune, Autorità portuale, Gatto e Nautica Sud), non ci stanno però a fare la parte dell’agnello sacrificale ed hanno già avviato le procedure per i ricorsi al Tar e alla magistratura ordinaria: obiettivo, fare chiarezza su quanto sta accadendo giù nelle acque di Santa Teresa. A loro infatti le concessioni scadute sono state rinnovate solo per tutto il 2011, di fatto applicando da subito la direttiva Bolkenstein, senza neanche arrivare al fatidico 2015. Insomma “a chi figlio e a chi figliastro”, verrebbe da dire.
“Do me in aleam”, il Comune di Salerno si rimette al caso, alla sorte, al destino giudiziario, dei vari ricorsi che pendono al Tar ed al tribunale civile, nella vendita dei suoli del Crescent. E’ quanto emerge dall’approvazione del contratto di compravendita approvato dalla giunta lo scorso 10 dicembre: con la delibera 1347 si regola infatti il passaggio dei terreni dall’Ente pubblico alla Crescent srl del trio Rainone (in gara anche per il Termovalorizzatore), Favellato e Ritonnaro. In realtà un primo schema di contratto era stato già approvato il 12 novembre con la delibera 1236, ma la Crescent Srl, amministrata dal giovane e rampante imprenditore Eugenio Rainone, aveva richiesto lo scorso 7 dicembre delle integrazioni, accolte dalla giunta.
Do me in aleam, dicevamo: l’alea in capo al pubblico interesse sta tutta nell’articolo 2 relativo alle pattuizione collegate al contratto di compravendita. E nello specifico si trova nel paragrafo F (leggi documento 1, leggi documento 2) che stabilisce una dettagliata clausola di risoluzione del contratto che tutela l’investimento di quasi 15 milioni di euro, fatto dalla Crescent srl per acquistare i suoli, e gli ulteriori costi dei lavori posti in esecuzione.
L’alea è dato dall’esito di una pluralità di giudizi pendenti e collegati al Crescent. Al Tar di Salerno ci sono i due di Italia Nostra, quello del No Crescent e quello della Cogefer. Quest’ultimo, sebbene l’impresa emiliana non abbia ottenuto la sospensiva della vendita dei diritti edificatori dal Consiglio di Stato, nel merito va avanti e potrebbe anche dar ragione ai primi aggiudicatari dell’asta indetta dal Comune, ovvero coloro che avevano fatto l’offerta economica più alta.
Ingombrante e ineluttabile! E’ questo in sintesi estrema il senso dell’incontro che si è avuto questo pomeriggio in Sovrintendenza tra Gennaro Miccio e Lella di Leo di Italia Nostra. Al termine di oltre un’ora di “cortese” faccia a faccia tra il Sovrintendente e la responsabile dell’associazione ambientalista si è arrivati all’amara costatazione che il Crescent, per quanto “ingombrante”, ormai sembri diventato anche ineluttabile. Il sovrintendente ha aggiornato Italia Nostra sul risultato dell’indagine ministeriale condotta sulla procedura relativa al mega condominio sponda mare: secondo gli ispettori mandati da Roma la procedura sarebbe corretta. Lella Di Leo ha chiesto di poter comunque accedere alla relazione per esaminarla nel dettaglio.
Italia Nostra confida nel ricorso pendente dinanzi al Tar di Salerno, ricorso che purtroppo è stato rinviato a dopo le elezioni comunali, nonostante l’associazione avesse ottenuto dai giudici l’istanza di prelievo per anticipare a febbraio la fissazione dell’udienza per una decisione nel merito.
Durante l’incontro il Sovrintendente Miccio, oltre a ribadire le sue perplessità sulla dimensione del Crescent, ha anche amaramente evidenziato “la gravità della perdita di buona parte della spiaggia di Santa Teresa”.
Dopo l’università di Marsiglia (leggi), è la volta di Venezia. Arriva dallo IUAV, (Istituto Universitario Architettura di Venezia) un gradito regalo di compleanno al No Vela (lo scorso 11 dicembre abbiamo spento la nostra prima candelina), per la seconda volta oggetto di attenzione accademica. Elisa Padovan, giovane studentessa di Venezia, si è da poco laureata con una tesi sulle “Archistar e i processi di trasformazione urbana in Italia”. Le neo dottoressa in Scienze della Pianificazione Urbanistica ha incentrato la sua analisi su tre casi studi: Torino, Savona e Salerno.
Nel capitolo relativo alla nostra città (leggi il capitolo), vengono analizzati gli ultimi 21 anni di scelte amministrative: ovvero dal 1989, quando l’allora sindaco Giordano diede incarico all’architetto Oriol Bohigas di realizzare il nuovo Piano Regolatore, ad oggi, ovvero a Puc approvato (Piano urbanistico Comunale) e in piena trasformazione da Archistar. Al centro dell’analisi i due mega progetti di Bofill, il Crescent e la Vela con tutte le polemiche annesse tra il massiccio fronte del No e la linea senza ripensamenti del sindaco De Luca. La ricostruzione dei fatti è analitica, terza rispetto all’operato dei protagonisti in campo che la dottoressa Padovan indica nel Comune di Salerno, la Sovrintendenza, le archistar Bohigas e Bofill, i Comitati No Crescent e No Vela.
“Missione compiuta Generale!!! Missione compiuta, Signor sì! Anche l’ultimo pericoloso platano sovversivo è stato abbattuto! L’infame, scampato alla prima mattanza di aprile, continuava ad ostacolare il progresso! Ha fatto la fine che si meritava: kaput!!! Passo e chiudo!”.
E così anche l’ultimo platano di Santa Teresa è stato segato perché d’intralcio alla costruenda nuova Salerno. Il sesto, quello che si trovava lungo via Porto (foto 1, foto 2), da ieri pomeriggio non c’è più, fatto a pezzi senza pietà dagli operai della ditta incaricata dal Comune. (foto 1, foto 2, foto 3) Di lì dovrà passare la nuova strada prevista dal progetto Porta Ovest, di lì dovrà passare la nuova via d’accesso monumentale al Crescent. Naturalmente diranno che era vecchio, naturalmente diranno che era malato, naturalmente diranno che non era certo una palma! Naturalmente diranno che era pericoloso e che poteva causare incidenti stradali visto la sua prossimità alla strada. Naturalmente potranno dire quello che vorranno: per noi è solo un altro spietato oltraggio nei confronti della natura. Nella città giardino incantato, per gli alberi veri la vita è un incubo!!!
“Poniamo fine a questa inutile discussione leggendovi il testo della denuncia che abbiamo presentato al Procuratore Generale della Repubblica di Salerno! Oggetto: Demanio marittimo salernitano! Richieste dei cittadini di Mercatello, etc etc etc”. Si erano lasciati pressappoco così, lo scorso 14 luglio, al termine di due ore di confronto a Palazzo di Città, i rappresentanti di Via Leucosia ed Alberto Di Lorenzo, (Staff Sindaco), gli attuali proprietari del Miramare (i Serritiello) ed il responsabile dell’Ufficio Demanio del Comune, l’architetto Guerra.
Quattro mesi dopo la procura di Salerno ha aperto un’inchiesta prendendo in seria considerazione proprio i fatti riportati in quella denuncia. Gli uomini della procura si sono recati nei giorni scorsi presso l’Ufficio del Demanio ed hanno acquisito una serie di documenti utili alle indagini.
Il dossier (leggi: pag 1, pag 2, pag 3), presentato lo scorso luglio dai residenti di Via Leucosia alla procura di Salerno, ricostruisce in modo analitico ciò che è accaduto negli ultimi 14 anni su quel tratto di spiaggia salernitana: si è passati da un’ordinanza comunale di abbattimento delle opere abusive realizzate dal Miramare, datata 31 ottobre 1996, a firma del Sindaco Vincenzo De Luca, ad una delibera di giunta, la 541 del 7 maggio 2010, in cui si accoglie la richiesta degli attuali proprietari di interventi edilizi sull’immobile Miramare. Il tutto mentre al Tar andava perento, per colpa del Comune, il ricorso per l’abbattimento delle opere abusive realizzate.
Aspettando la seconda parte della nostra inchiesta sull’affare Jolly Hotel…
Se agli italiani è andato in sorte (per molti, in malasorte) un presidente operaio, oltre che bunga-bunga, ai salernitani, che sono una razza a parte, è toccato un sindaco muratore.
Vinni il muratore, l’uomo con lo scolapasta in testa e la cazzuola in mano.
Di lui si sa che a letto non usa cuscini ma solo sacchette di cemento e, per la nota sensibilità ambientale, ha ottenuto numerosissimi riconoscimenti internazionali tra i quali ricordiamo il Premio Punta Perotti per il maggior numero di metri cubi proposti sul demanio marittimo (il famigerato Crescent), il Premio Fuenti per l’amalgama con l’ambiente circostante, il premio Erode per l’abbattimento di parchi giochi (al Jolly) ed il premio Playstation, per la demolizione di palestre e campi di basket (istituto nautico).
Con la modestia che lo contraddistingue, e ripudiando i simboli del potere, ha anche rinunciato all’autoblù; al suo posto ha scelto un veicolo sicuramente più congeniale, un’autobetonierablù: così, tra una riunione politica e un soliloquio, per ottimizzare i tempi, riesce negli spostamenti a produrre cemento per sostituire, qua e là, un’aiuola con un pavimento.